Etrusco per amore sfida sorte e morte

Sarcofago degli SposiMuseo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma

Avrò avuto 16-17 anni e conobbi una ragazza stupenda, una vera fatina, bionda occhi azzurri, sembrava uscita fuori da una fiaba dalla dolcezza che emanava. Concettina (nome di fantasia) era mia coetanea, nata a Prato ma da genitori siculi. Io ero piacente, molto simpatico e Concettina si innamorò di me e io di lei. Parlavamo tanto e ridevamo ancora di più e insieme passavamo dei momenti molto teneri. Venne agosto e con gli amici decidemmo di andare al mare per un quindicina di giorni, comprai una tendina canadese e partimmo. Un bel gruppo di amici e amiche, guidavo la mia bellissima vespa 125 primavera stracarica di zaini e Concettina in sella con me mi teneva stretto, era felicissima e cantava allegra canzoni del momento e anche folklore siciliano (Ciuri Ciuri, ecc) su mia precisa richiesta e io cantavo con lei. Arrivammo a Viareggio il 15 di agosto e tutti i campeggi erano al completo. Suggerii di piazzare le tende sulla spiaggia per la notte. Camminavamo mano nella mano sulla spiaggia e ci sedemmo a guardare la luna, momenti magici e silenziosi.
– Concettina: Devo farti una confidenza che mi imbarazza molto…
– Antonello: Sei un uomo?
– Concettina: Antonello non fare lo scemo, è una cosa seria
– Antonello: Gniamo fatina sputa i rospo, icche tu mi voi dire?
– Concettina: Soffro di meteorismo, di giorno riesco a controllarmi ma quando dormo no e parlo anche nel sonno. Sopportami Antonellino…
– Antonello: Meteorismo? Tu vedi le meteore? Mi garbano anche a me e tu le vedi anche in sogno? Bello! Tranquilla ho il sonno pesante e non mi accorgerò di niente (ero sincero e il vero significato di meteorismo mi sfuggiva)
Finalmente andammo in tenda e la cosa fu abbastanza imbarazzante dato che non avevamo mai dormito insieme ne tanto meno fatto quelle cose che quella notte avrei voluto tanto fare… ma la stanchezza ebbe la meglio e ci addormentammo teneramente abbracciati. Improvvisamente vengo risvegliato da una voce alta che in siciliano stretto dice: ” cu fu? cu fu? non mi scassare la minchia, u capisti che non mi devi scassare la minchia…” Spaventato accesi la torcia elettrica… era Concettina che parlava nel sonno e la guardai incantato alla debole luce della torcia, com’è carina, sembra proprio una fatina, mi avvicinai per darle un bacino sulle labbra e attentissimo a non svegliarla e lei ebbe un sussulto e SCOREGGIO’…una, due, tre volte, fortissime scoregge. Udii la voce di un mio amico dalla tenda vicina: “Antonello, ma che hai mangiato i fagioli? O testa di c. ma non ti vergogni a scoraggiare con la Concettina in tenda? Fai schifo”. E la Concettina ricominciò a parlare e scoreggiare: “Mi avete scassato la minchia” e giù scoregge. Sempre dalla tenda vicina sento parlare la ragazza del mio amico con lui: “Secondo me questi sono drogati” la cosa mi fece piuttosto irritare e gli urlai DROGATA TU SARAI TE E QUELL’ALTRA FAVA CHE DORME CON TE E HA RAGIONE LA CONCETTINA… NON CI SCASSATE LA MINCHIA! Sentendomi urlare la Concettina si svegliò…
Concettina: Che succede Antonello, perché urli?
Antonello: Niente, sono quei due accanto che scassano la minchia, vieni facciamo due passi. E ci sedemmo in riva al mare e guardando la luna gli dissi che l’avevo sentita parlare e altro… non mi rispose, mi voltai a guardarla e la luce della luna si rifletteva nei suoi occhi pieni di lacrime e l’abbracciai… non piangere non è successo niente, stai tranquilla…  CI AVETE SCASSATO LA MINCHIA!
Questa scritta faceva bella mostra di se sopra un cartello improvvisato piantato nella sabbia ed esattamente dove si trovava la nostra tendina prima. Nottetempo avevamo in silenzio smontato la nostra tenda e silenziosamente eravamo partiti. Destinazione Populonia, il viaggio durò circa 3 ore, era lontano e la vespa mi consentiva solo strade normali e andavo anche molto piano. Fu meraviglioso percorrere la vecchia Aurelia in direzione Roma, parlammo a lungo degli antichi romani e delle cose che avevano fatto e la SS1 AURELIA fu un bellissimo argomento. Immaginavamo gli antichi operai romani, mentre passo dopo passo e con fatica immensa costruivano questa strada che noi stavamo percorrendo. All’alba arrivammo a Calafuria e trovando il bar aperto ci sedemmo a un tavolino esterno, proprio a picco sopra la scogliera.
– Concettina: è un luogo meraviglioso, grazie che mi hai portato qui, mio eroe…
– Antonello: lasciati servire da me… che ti porto? Pasta e cappuccino o preferisci fagioli per la tua arte interiore?
– Concettina: Ah, ah, ah. Lo sai di essere uno stronzo, vero? Dammi un bacio adorabile stronzetto e portami una pasta e un cappuccino.
E ripartimmo… la scelta di Populonia era motivata dal fatto che la notte prima avevo scoperto che Concettina aveva un sogno, una passione, desiderava fare l’archeologa e gli antichi Etruschi la affascinavano molto. E nonostante fossi un compagnone e adorassi stare con gli amici, la romantica vacanza culturale mi ispirava molto di più e gliela proposi.
– Antonello: che ne dici se scappiamo da questa compagnia e andiamo a caccia di Etruschi? Conosco bene la loro storia e i loro luoghi, mio padre era un appassionato di Etruschi e mi ha fatto conoscere i loro insediamenti. A Populonia c’è una bellissima Acropoli e il golfo di Baratti è stupendo. Stiamo li qualche giorno e poi andiamo all’Isola d’Elba a visitare le antiche miniere di ferro realizzate dagli etruschi. Ti va?
– Concettina: Mi va? Tu mi stai proponendo un sogno, certo che mi va, andiamo, partiamo.
In meno di mezzora tenda smontata, vespa caricata e motore ‘rombante’…
Antonello: Concettina, fammi risparmiare benzina, produci una scoreggina, così andiamo anche a reazione come i motori Jet degli aerei
Concettina: Ah, ah, ah, parti Etrusco di merda e smettila di prendermi in giro…
Antonello: Cantiamo insieme Ciuri ciuri?
E partimmo cantando. Il mio ardente desiderio era che questa ragazza passasse una bellissima vacanza con me e volevo anche che risolvesse o almeno accettasse quello che per lei era un problema, il meteorismo. In quei giorni insieme ogni volta che mi scappava una peta ero molto contento e gliela mollavo nel viso o quasi…. VEDI CHE ANCHE IO SONO ‘METEORITICO’? INSIEME COPRIAMO LE 24 ORE, IO DIURNO E TU NOTTURNA, PERFETTO DIREI! E lei rideva… e a forza di sforzarmi per farle, una volta capitò anche una cosa sgradevole… OPS QUESTA GLIERA VESTITA… DEVO ANDARE IN BAGNO esclamai. E Concettina ridendo come una pazza: “Vedi che succede a sforzarsi troppo per amore? Uno alla fine si caca addosso, vai a cacare Etrusco io ti aspetto qui” e rideva… io invece ero molto imbarazzato, ma mi passò subito quando la vidi uscire dal bagno delle donne e sorridendo esclamare: “Mi hai stimolato e l’ho fatta anche io”.
La giornata a Populonia volò letteralmente, fra un lungo bagno nel golfo di Baratti e visita all’antico borgo situato sul promontorio. Una giornata piena di sole, mare, stimoli culturali e amore. Mangiavamo una pizza in riva al mare e il sole stava tramontando. – Concettina: Dove andiamo a dormire stanotte? Ho visto un campeggio mentre venivamo qui, possiamo andare li… – Antonello: Ho un idea migliore, dormiamo nell’Acropoli, dentro una tomba etrusca, immersi in quella realtà misterica. Solo se l’idea ti ispira, altrimenti vada per il campeggio
Concettina: Ma non è legale questa cosa, il parco chiude la sera, nessuno può entrare ne tanto meno dormire in una tomba… Facciamolo! –  Antonello: Non sei obbligata a farlo, non devi accontentarmi, basta dirlo e andiamo al campeggio. Chi se ne frega dove dormiamo, basta dormire insieme e io sono felice
Concettina: Tu non mi obblighi mai a fare niente, sono una persona intelligente e decido autonomamente e quindi ho deciso, facciamolo! Nottetempo aggirammo la recinzione e entrammo furtivamente… – Antonello: Hai paura dei fantasmi etruschi? Magari si fanno vivi… – Concettina: Magari lo facessero veramente… con te non ho paura di niente! Entrammo nella tomba più grande e più isolata, la torcia elettrica illuminava quel poco che c’era dentro. Il pavimento era molto pulito, segno evidente di una costante manutenzione del sito e li distesi il sacco a pelo matrimoniale. – Concettina: Senti Antonello detto l’etrusco di Prato, volevo dirti che non ho mai immaginato una mia prima volta, ma sento che è arrivato il momento, sarà l’atmosfera, sarà che abbiamo pomiciato tutto il giorno, ma stanotte ho voglia di te. Ti prego, entra dentro di me. – Antonello: Ecco, è una grande responsabilità far perdere la verginità a una ragazza e io…
Concettina: Fai silenzio e ascolta il tuo cuore, baciami…
Dopo una meravigliosa notte d’amore ci addormentammo profondamente e fummo risvegliati dai carabinieri… – CC maresciallo: SVEGLIA! Rivestitevi e andiamo fuori da questa tomba, già ci dovremo staremo a suo tempo in una tomba… ALLORA? Che avete combinato? Intanto mostratemi i vostri documenti! Tutti e due minorenni è… all’ingresso c’è tanto di cartello VIETATO L’INGRESSO al di fuori degli orari consentiti. Dormire in una tomba poi… Antonello nato a Prato, lo sai che ti potrei arrestare per questa tua bravata? – Concettina: Nooo, arresti me, lui è un bravo ragazzo, fa di tutto per farmi ridere e sognare, è colpa miaaaa
E si inginocchiò raccomandandosi e piangendo. Io a mia volta mi inginocchiai e l’abbracciai. – CC brigadiere: Maresciallo, sono bravi guaglioni, lo vede che facce pulite? Lasciamoli andare. – CC maresciallo: le ho chiesto qualcosa brigadiere? Antonello è tua la vespa nel parcheggio? – si – brigadiere vada a perquisire la vespa, dagli le chiavi Antonello! Il maresciallo si abbassò e aiutò Concettina ad alzarsi e gli diede anche un fazzoletto per asciugarsi i lacrimoni.
– CC maresciallo: Non l’arresto Antonello, stai tranquilla, nessuno te lo tocca, mi fai un sorriso? Ascoltatemi bene ragazzi, io sono un pubblico ufficiale e sto facendo solo il mio lavoro e lo faccio da tanti anni e riconosco un delinquente quando lo vedo e voi non lo siete sicuramente. Se la direzione del parco decide di non denunciarvi io sarò contento per voi. Adesso vi porto dal direttore dell’Acropoli e cerchiamo di convincerlo. CC brigadiere: Maresciallo, tutto a posto la vespa, bollata, assicurata e di proprietà di Antonello detto l’etrusco innamorato… ho trovato un bigliettino della guagliona, guardi che teneri questi ragazzi, legga (Antonello mio Etrusco innamorato). L’unica cosa strana che ho trovato, questi due libri, ‘il libro tibetano dei morti’ e ‘i miei viaggi fuori dal corpo’. Sono di Antonello c’è scritto il suo nome e credo di avere risolto il caso di questi due nella tomba, vuole sentire la mia teoria? – CC maresciallo: Dopo, prima voglio sapere che fanno nella vita questi due, inizia tu Antonello
Antonello: Studio all’istituto tecnico industriale per Perito Elettronico e il prossimo anno mi diplomo e lavoro part time in una ditta di impianti elettrici ed elettronici. Dopo il diploma, mi piacerebbe frequentare l’accademia aeronautica militare, vorrei fare il pilota e anche l’astronauta.
Concettina: Liceo classico e anche io il prossimo anno faccio la maturità, nel contempo lavoro part time come commessa in una grande libreria. Farò sicuramente l’università, vorrei diventare archeologa e ho una grande passione per il mondo etrusco, la sua storia e i suoi misteri.
CC brigadiere: Maresciallo la situazione mi è sempre più chiara, posso parlare? – parla – Antonello detto l’etrusco, nonché aspirante astronauta e medium a tempo avanzato, vedere libri trovati in vespa, per rendere felice la sua guagliona etruscologa? Ha la geniale idea di realizzare una assettata spiritica, seduta? Seduta spiritica nella quale evocare lo spirito di un etrusco e farlo parlare con l’etruscologa così facendo la medesima avrebbe soddisfatto la sua curiosità riguardo il mondo etrusco. Guagliò, Antonello, ho indovinato? – più o meno –
CC maresciallo: Va bene, andiamo dal direttore del parco e che Dio ve la mandi buona… Il direttore del parco era un anziano professore di archeologia e quando il brigadiere espose anche a lui la sua teoria, si fece una grande risata e rivolto a me con aria seria: “Si è presentato lo spirito dell’etrusco? Che ti ha detto? – Che tenete molto bene il parco archeologico ed è contento, gli risposi – altra risata del professore: “Tranquilli ragazzi, nessuna denuncia, una condanna si però! Starete tutto il giorno insieme a me visiteremo l’Acropoli e per 12 ore vi parlerò di Etruschi, non ne potrete più e alla fine e scapperete via. Maresciallo siamo a posto, va bene così”. – CC maresciallo: grazie direttore… Antonello stanotte dormite nel campeggio, ci siamo capiti? – si – Quanto vi trattenete a Populonia? Avete altre mete in mente? – Concettina: Probabilmente domani andiamo via, Antonello mi porta all’Isola d’Elba a visitare le miniere di ferro degli antichi etruschi. – CC brigadiere: Guagliò, Antonello detto l’etrusco, devo allertare i colleghi miei dell’isola d’Elba dell’arrivo imminente del medium pratese, il quale pernotterà con l’etruscologa dentro le miniera per l’evocazione dello spirito del minatore? Guagliò lascialo in pace che quello quando era in vita faceva un lavoro pesante, almeno da morto non gli scassare ucazzo. Ridemmo tutti alla battuta del bravo e simpatico brigadiere. Nei mesi successivi Concettina si allontanò gradualmente da me e ai miei continui perché mi rispondeva sempre nello stesso modo, ‘sto lavorando su me stessa, sto facendo un percorso spirituale, abbi pazienza’. Un bel giorno mi telefonò piena di entusiasmo, ‘devo darti una bellissima notizia, possiamo vederci subito?’ Ero al settimo cielo e di buon grado la incontrai, ecco il dialogo che ne seguì, – Concettina: Ho ricevuto la chiamata, io ho la vocazione ed entro in convento di clausura, mi faccio suora. – Antonello: Stai scherzando? E io mi faccio frate! –  Concettina: Ascolta Antonello è una cosa seria, ho trovato la mia via e sono felicissima di questa scelta, tu so che mi ami e proprio per il tuo amore sono a chiederti di lasciarmi libera di amare il signore. Devi gioire con me e per me, puoi farlo per favore? — all’epoca non piangevo facilmente e di fronte a una donna poi, no assolutamente! Ma quel giorno piansi — Antonello: Io ti amo Concettina e pur avendo una grande autostima, non posso competere con Dio. Ti auguro tutta la felicità di questo mondo, vai con Dio. — Passò un lungo mese tormentato in cui mi ritrovai spesso a parlare con Dio, fra tutte le donne che ci sono, proprio la mia dovevi prendermi? Almeno lei è felice, ma io non lo sono affatto. – Decisi di andare a trovarla in convento per accertarmi che fosse realmente felice. Al citofono mi rispose una suora, ‘questo è un convento di clausura e le suore non possono ricevere visite’ – Se le dico che voglio suicidarmi perché la mia fidanzata mi ha lasciato per rifugiarsi in questo cazzo di posto la convinco a fare un eccezione? (piangevo mentre lo dicevo) Poco dopo si apre il portone e ne esce una suora anziana e cicciottella e con un gran sorriso mi dice, ‘dimmi che non è vero che vuoi suicidarti, la scelta di una ragazza di farsi suora è una scelta d’amore e non deve provocare dolore”. E piangendo gli risposi, ‘non voglio suicidarmi, ma io sto male senza Concettina, me la faccia vedere per favore anche solo per un minuto, per un ultimo saluto’. – ‘Ci sono delle regole nei conventi di clausura e questa non è un eccezione plausibile, io sono la madre superiora e ho la responsabilità di questo convento, ma potrei essere anche tua mamma data l’età e tu figliolo mi hai toccato il cuore e spero che mi perdonerà nostro signore, vieni, ci parlerai pochi minuti e la vedrai attraverso una grata e con me presente. Concettina era radiosa e gli brillavano gli occhi dalla felicità che provava – Concettina: Antonellino, sono felice e sto bene, stai tranquillo rasserenati lo spirito – Antonello: Concettina io ti amo, come faccio a vivere senza di te, tu sei il mio più grande amore e il mio più grande dolore . – Concettina: Lo vedo il tuo amore, una bellissima fiammella luminosa, ma guardati intorno, guarda quanta luce c’è già qui, ciao Etrusco, sarai felicissimo lo so. Dio ti ha ascoltato oggi – E piangendo e sorridendo me ne andai. Misi in moto la vespa e mi girai verso il convento e da una finestra la madre superiora e Concettina mi facevano ciao con la manina…

copyright by Antonello Ferri

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